sabato 2 aprile 2016

Persilleggiata primaverile

Aria frizzante tipica montana e un bel sole alto in un cielo blu come se ne vedono pochi, siamo fuori in giardino a giocare, le bimbe al solito travasano l’acqua da una ciotola all’altra passando obbligatoriamente anche su pantaloni e magliette, Cooper è steso in una posizione impronunciabile e io corro all’impazzata facendomi inseguire da Grinta schivando le piante di rose e i vari giocattoli sparsi sull’erba. E’ un peccato dover rientrare in casa ma la mamma oggi ha deciso che il tempo delle scorribande è finito e noi quadrupedi le diamo retta, più o meno diligentemente.

Sta vestendo le bimbe, probabilmente dovrà uscire. Uhmmm, spero sia quell’uscita di un’oretta che fa settimanalmente e da cui ritorna con borse cariche di deliziosi profumi e che spesso nascondono un pezzettino di pane tutto per me, ho già l’acquolina in bocca! Invece fa uscire di nuovo Grinta e Cooper, mi vieta di seguirli, mi infila il collare e mi mette in ingresso: oh oh, che ho combinato?! Sarà mica quel famoso viaggio che noi maschi temiamo tanto? Perché mi porta via da solo?
Sono un po’ sconcertato ed esco con un filo di sospetto da casa, orecchie dritte e naso acceso, di solito non facciamo esercizi a quest’ora e davvero sono nell’oblio. Pochi istanti e mi tranquillizzo vedendo spuntare il passeggino e il monopattino di Lia... Capperi!E’ una passeggiata tutta per me!



Scendiamo il sentiero di casa ed arriviamo sulla strada asfaltata, non la conosco bene perché solitamente prendiamo l’auto per spostarci e raggiungere posti ogni volta diversi, per cui  per me questa è una sorta di novità pur essendo a trecento metri dal giardino. Finalmente posso far capire a quel gigantone grigio argentato che abita sotto casa che non è l’unico maschio nei paraggi e mi soffermo a rimarcare la cosa ad ogni palo, se per caso poi c’è il profumo della beagolina che spesso ulula dal terrazzo dei vicini vale la pena lasciare un messaggio più completo.



Ci dirigiamo verso est, leggera salita, siamo completamente soli e io ho preso il ritmo del passo della mamma, Lia ci segue con il monopattino ma quando la salita si fa un po’ più pesante lo abbandona e lo rifila ad Anita che lo incastra in qualche modo nel passeggino. Inizio a sentire un odore nuovo, mai sentito prima di oggi, pungente ed invitante allo stesso tempo, si mescola alla perfezione con il profumo dell’erba e del fieno, avanziamo ancora qualche decina di metri e arrivo dritto alla fonte di questa nuova fragranza. Scopro che si tratta di una mezza dozzina di strani animali bianchi, uno di loro ha addirittura quattro orecchie, un paio delle quali è rigido, proteso verso l’alto e non ispira molta fiducia. Dentro quella che sembra una grande cuccia scorgo poi dei frugoletti bianchi tutti ammassati, loro si che sembrano simpatici, uno di questi si alza ed esce correndo incontro ai grandi, è un cucciolo e si mette a poppare avidamente dalla madre, io e le bimbe siamo incantati a guardare questa scena ma Anita inizia a spingere nuovamente il passeggino promettendoci che al ritorno ci saremmo fermati a salutare le caprette. Ah, quindi si chiamano caprette... Mi piacciono!

Sento un profumo nuovo

Il "mostro" con quattro orecchie
Facciamo giusto qualche decina di metri, oltrepassando la casa del proprietario delle capre e Lia inizia a saltellare indicando il pascolo alla nostra destra “Mamma!! Le vacche, le vacche!!! Guarda!”
Ohibo e cosa sono queste vacche adesso? So che a Grinta piace rincorrerle e sono molto curioso di scoprire se puo’ piacere anche a me. Mi sporgo sul ciglio della strada e guardo verso il basso, ci sono dei bestioni neri che scalpitano all’interno di un recinto, se inizialmente le caprette non mi avevano ispirato una grande fiducia queste vacche sembrano avere un cartello in fronte con su scritto “tenersi alla larga”, queste si prendono a testate e anche loro hanno il secondo paio di orecchie poco rassicuranti, ecco, forse il cartello lo appenderei li. Sembrano molto nervose, due di loro sono impegnate in quello che sembra un litigio testa a testa per decidere chi sia la piu' forte, ci mettono un grande impegno e una forza non da poco a giudicare dai solchi scavati con le zampe posteriori di una che scivolano indietro a causa della spinta dell’altra. Cose da pazzi, lo sanno tutti che per aggiustare le cose è sufficiente mettersi con la pancia bene esposta oppure far intravedere qualche dentino... Via via via, alla larga!




Proseguiamo lungo la strada e io sono un po’ su di giri dopo questo incontro, passo da una parte all’altra del passeggino e mi avventuro sul prato tagliato dall’asfalto, ci sono un sacco di profumi ed è irresistibile per me, cavoli, qui è passata una volpe, è lo stesso odore che sento spesso nei boschi! E qui c'e' addirittura un intero campo pieno zeppo di letame! Ma wow!!! Quanto vorrei rotolarmici dentro, Cooper e Grinta impazzirebbero! Lia chiede chi ha fatto tutta quella puzza, lei la chiama puzza, bah, Anita le risponde che si tratta della cacca delle vacche e che serve per far crescere meglio le piante che cresceranno in quel campo. Ok, adesso le vacche mi stanno piu' simpatiche! 



Puntualmente ogni tre o quattro metri mi avvinghio attorno ai pali della segnaletica per la neve, lo faccio di proposito perché cosi costringo la mamma a rallentare il passo e ammetto che un po’ mi diverte vederla alzare gli occhi al cielo.




Passiamo ad una strada leggermente più larga della precedente, si alzano delle barriere ai lati e mi accorgo che in questo punto il prato svanisce, non c’è più nulla, mi avvicino alla barriera e Lia lancia qualcosa sotto di essa, se fosse una crocchetta??? Con lo sguardo cerco invano tra i ciottoli, ci sono solo sassi ed acqua, nulla di interessante e no, fortunatamente non era una crocchetta.


 Ciao ciao forse crocchetta
La mia passeggiata procede piacevolmente, adesso la strada è in leggera discesa, dobbiamo fare un po’ di attenzione perchè di tanto in tanto passa una macchina e Anita ci fa spostare tutti sul ciglio dell’asfalto, alla nostra sinistra ora corrono le rotaie del trenino bianco e rosso che sta passando proprio adesso, lo seguo con lo sguardo fin quando scompare dietro una piccola baracca di legno. Ci avviciniamo a questa baracca e sento che la mamma da l’ok a Lia, “vai pure ma fai attenzione”, poi attraversa la strada seguendo Lia e accelera un po’ il passo, resto un  po’ indietro, attenzione a cosa? Non finisco nemmeno il mio pensiero che vengo letteralmente travolto da un rumore assordante “OOOOOOOOHHH-IHOHHHHOHOOO” e sento la terra tremare a ritmo di zoccolate. Resto paralizzato. C’è un animale enorme che mi fissa mostrando i denti e mi urla contro! Stiamo scherzando vero?! Dietro di lui poi ce ne sono degli altri, un esercito! Cerco di arrampicarmi sulle gambe della mamma sperando si sbrighi a portarci via ma lei ride e mi dice che posso stare tranquillo perchè l’asino non ce l’ha con me...Sti cavoli, andiamo via comunque???




Li abbiamo visti, ora possiamo andare via!!!!


Dopo che la coraggiosissima Lia, giuro che da oggi in poi la guardero con occhi diversi, ha dato un ciuffo d’erba all’asino piu piccolo, finalmente ci allontaniamo da loro, aiuto la mamma a tirare il passeggino giusto per farle capire che sono molto, molto contento di continuare la passeggiata e torniamo nuovamente sulla strada, tempo pochi minuti ed arriviamo alla meta del percorso. La missione di oggi era quella di andare a trovare un amico di mamma e papà che lavora in un posto pieno di piante e fiori, appena lo vedo gli faccio un sacco di feste, sapessi quante cose ho visto! Poi passa una ragazza e non voglio si ingelosisca per cui mi faccio coccolare anche da lei. Ci aggiriamo tra i banchi colorati, Lia riesce a farsi regalare tre vasetti di margherite rosa da piantare, a detta sua, nella sua cameretta, Giorgia si sgranchisce le gambe correndo dietro ad un gatto bianco e nero e la mamma  Finite le chiacchiere umane inizia il viaggio di ritorno verso casa, Lia e’ stanca per cui ci vuole più tempo per tornare a casa di quanto ce ne abbiamo messo per arrivare al garden, ma alla fine dopo essere ripassati a salutare gli asini (da lontano), le vacche e le simpatiche caprette, apriamo la porta di casa e le bimbe vanno a fare merenda, io torno in cucina assieme a Grinta e Cooper che mi passano in rassegna per capire dove sono stato per tutto questo tempo. Li lascio fare e nel mentre mi scappa uno sbadiglio, pochi minuti e crollo steso a terra in un sonno profondo...   

Tappa dalle caprette lungo la strada del ritorno.

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